Il rendiconto finanziario è un prospetto di natura contabile volto ad accertare ed illustrare le cause che spiegano la variazione subita da una certa risorsa finanziaria in un determinato periodo di tempo, riassumendo in forma scalare i movimenti in entrata ed in uscita che l’hanno determinata. Mentre lo Stato patrimoniale è in grado di fornire solo valori “stock” riferiti ad un dato istante ed il conto economico esprime valori di flusso, riferiti solo alla dinamica economica, il rendiconto finanziario spiega come l’impresa ha generato, impiegato e raccolto liquidità. Si tratta di un’informazione fondamentale per tutti gli stakeholder che ruotano intorno all’impresa.
Il rendiconto finanziario informa:
■ sui mezzi finanziari da autofinanziamento e da finanziamenti esterni;
■ sulle variazioni che hanno interessato il fondo oggetto di studio;
■ sull’attività di investimento dell’impresa;
■ sulla correlazione tra fonti di finanziamento e investimenti;
■ sui cambiamenti intervenuti nel corso dell’esercizio nella situazione finanziaria dell’impresa.
I rendiconti finanziari servono ad illustrare la dinamica finanziaria dell’azienda evidenziando l’andamento nel tempo degli impieghi (investimenti) e delle fonti utilizzate (patrimonio netto, debiti) per la loro copertura, consentendo una valutazione critica della politica finanziaria adottata. Il prospetto fonti e impieghi è di facile intuizione, prevedendo due parti contrapposte, costruite tramite il confronto (variazioni) delle voci relative agli stati patrimoniale degli ultimi due anni (anno appena concluso e anno precedente). A sinistra posizioniamo le fonti di liquidità (entrate monetarie), a destra gli impieghi di liquidità (uscite monetarie). Qualsiasi movimentazione che genera un’entrata di liquidità in azienda è inserita come fonte (+); qualsiasi movimentazione che genera un’uscita di liquidità in azienda è inserita come impiego (‐). Pertanto, le variazioni negative di attività e variazioni positive delle passività sono incluse come fonti (+), in quanto determinano un aumento delle risorse monetarie dell’azienda.
Per esempio, la vendita di un immobile (diminuzione di attività) implica un introito monetario conseguente alla sua dismissione; l’ottenimento di un nuovo prestito (aumento di passività) comporta allo stesso modo un introito monetario che può essere utilizzato dall’azienda per le proprie attività.
Il rendiconto finanziario trova disciplina sia nell’ambito dei principi contabili internazionali (IAS 7) che in quello nazionale (OIC 12). La normativa nazionale ha recentemente avviato una discussione su un nuovo principio, OIC 10, interamente dedicato al rendiconto finanziario. Tale principio, ancora in bozza di discussione, se emanato, allineerà i due sistemi contabili, eliminando le principiali differenze attualmente esistenti. Occorre tuttavia ricordare che nella normativa italiana il rendiconto finanziario non è al momento obbligatorio, mentre in quello internazionale è parte integrante del bilancio d’esercizio. Il nuovo OIC 10 non prevede alcun cambiamento a tal proposito, raccomandando la redazione del rendiconto finanziario tenuto conto della sua rilevanza informativa.
Attraverso l’analisi dei flussi di cassa, è possibile valutare molti dati fondamentali, utili per la rendicontazione finanziaria, come per esempio se l’azienda:
- è in grado di pagare gli interessi passivi sui prestiti;
- può rimborsare i finanziamenti;
- riesce a pagare le imposte;
- può programmare nuovi investimenti.
La rendicontazione finanziaria risulta essere pertanto molto utile per due ragioni differenti. Da un lato, il documento aiuta l’imprenditore a stimare l’entità e la dinamica della liquidità aziendale in un determinato arco di tempo. Dall’altro, il documento permette agli istituti di credito di comprendere meglio le situazioni specifiche dell’azienda e di verificare gli strumenti di controllo a disposizione di chi la guida.
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