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“Ne abbiamo basta!” In effetti tra le affermazioni di quel lumacone triste di Bersani, i niet del notav Grillo e le proposte di quel grande cantastorie che è Berlusconi, se la situazione non fosse drammatica, ci sarebbe da morire dalle risate. Anche Napolitano sembra andato in bambola, visto che quale ultima (ultima???) decisione del suo settennato ha incaricato altri dieci professori di fare proposte, come se l’Italia non ne avesse avuto abbastanza del professor Monti, che secondo noi non se lo riprenderanno neppure alla Bocconi.

In effetti i nostri leader, che in un articolo del Corrierone della sera sono stati definiti lader dimenticando più o meno strumentalmente la “e”, hanno poche idee ma confuse. E non volendo dare questa impressione, si incasinano in confronti, scontri, alchimie, comparsate, affermazioni colorite, veti e battute tristissime come a voler significare che si stanno dando da fare, ci mancherebbe. Tant’è che a quasi due mesi dalle elezioni, anziché acquisire credibilità nei confronti dei nostri partner europei, ne stiamo perdendo, rischiando oltretutto che qualcun altro definisca le regole di casa nostra e detti l’agenda.

Che allegria! Certo, il fatto che nel mondo non ci siano più statisti come Reagan, la Thatcher e Khol è drammatico, perché Obama, Cameron e la Merkel mancano sicuramente dell’autorevolezza e della visione di lungo termine che avevano i loro predecessori. Ma già, quel grand’uomo di Prodi, in quanto esimio statista nonché candidato al colle, critica la Thatcher sostenendo addirittura che l’attuale crisi sia colpa sua. Si, si, siamo tutti d’accordo, colpa della Thatcher (e di Mary Poppins, già che ci siamo), e per fortuna noi possiamo contare su di lui e sulla sua società di consulenza, Nomisma, ricapitalizzata più volte nonostante lavori all’80% per lo stato. I nostri leader si comportano come il piccolo chimico, scrivono una lunghissima ricetta sapendo che non funzionerà, poi si arrabattano sulle provette, scaldano e raffreddano immaginando che il preparato abracadabra soddisfi tutti; in realtà rischiano solo di far saltare il laboratorio e di bruciarsi le estremità, se tutto va bene.

Purtroppo la sindrome del piccolo chimico ha infettato tanti, tantissimi italiani, ivi compresi imprenditori e manager che anziché governare pensano alle alchimie che permetteranno loro di ottenere un finanziamento a fondo perduto, oppure un favore, o ancora un piccolo beneficio che costerà loro tempo ed energie e gli farà perdere di vista le priorità e disperdere tante energie che potrebbero essere impiegate altrimenti. Quindi queste aziende, come succede in politica, rischiano l’involuzione anziché l’evoluzione. Se le risorse sono finite, non infinite, e le nostre capacità sono la principale risorsa, vanno utilizzate al meglio, cioè promuovendo soluzioni semplici, efficaci e che abbiano concreto ed immediato impatto sui risultati. Non di sicuro per progettare e realizzare ricette che rischieranno di fare saltare il laboratorio, ahi, ahi, ahi.