Un famoso baro sosteneva che, quando ti siedi ad un tavolo da gioco e non capisci immediatamente chi sia il pollo, il pollo sei tu. In questo caso ti conviene alzarti dal tavolo e andartene a dormire, perché se tu non lo facessi, il rischio potrebbe essere quello di perdere le mutande. Ma questo teorema può essere declinato in tanti modi diversi. Se lo intendiamo, per esempio, su base internazionale, escludendo i paesi del BRICS, dobbiamo riconoscere che nel grande gioco delle economie così dette forti, è difficile individuare il pollo. Non è la Germania, che comanda il gioco e governa in ambito UE come se si trattasse di una partita a strega comanda colore, non è la Francia, ahinoi ricca di commodities, oltre che di supponenza, non è l’Inghilterra la cui economia sta ripartendo, e non lo sono gli U.S.A., ai quali Google comunica con che carte stiano giocando gli avversari. Per cui, come si diceva, se non si capisce chi sia il pollo … probabilmente i polli siamo noi. Ma se altrove, quando ti siedi al tavolo sai almeno a che gioco tu stia giocando, da noi si passa senza soluzione di continuità dalla briscola al tre sette ciapanò e si chiude con una mano di ruba mazzetto. O’Leary di Rayan Air, per esempio, ha gioco facile con l’Alitalia del “capitano coraggioso” Colaninno che, non potendo più contare sul monopolio della tratta Milano – Roma è incapace di competere. Al contrario la società che per prima in Italia adotta il SW che facilita la mobilità urbana è osteggiata dalla lobby dei tassisti e dalle pubbliche amministrazioni. Tutto ciò mentre il governo Letta, per non incidere e “semplificare”, temporeggia istituendo commissioni e moltiplicando i saggi nella speranza di cadere più tardi possibile.
In questo contesto, per le PMI, conseguire risultati positivi è molto difficile. Ma la libera impresa deve guadagnare anche per il bene del paese. E non dimentichiamo che, quando le aziende chiudono, gli imprenditori, al contrario dei loro dipendenti, non fruiscono né della cassa integrazione, né della mobilità. Tantomeno di un comodo prepensionamento. Per cui, non avendo abbandonato il tavolo, perdono tutto, ivi comprese le mutande. Ma se è vero come è vero che alcuni imprenditori rischiano di perdere la partita, provino almeno a sparigliare le carte, a mettere in gioco rabbia e orgoglio. Magari non sarà sufficiente, può darsi che non riescano a vincere la partita, ma di sicuro potranno contare sulla stima e il sostegno dei pochi ancora capaci di obiettività e riconoscenza.
P.s. la televisione pubblica greca, causa perdite pari a 35 milioni, sospende le trasmissioni e prevede di ridurre il personale da 2.700 unità a 400. La Rai, nonostante 17.500 dipendenti, di cui 1.700 in causa con l’azienda, un rapporto dirigenti dipendenti di 1 a 8 e perdite 2012 per 240 milioni, sta pensando a 400 prepensionamenti (paga pantalone) e 200 nuove assunzioni. Ma chi la dirige? Mago Zurlì?