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Il ministro Cancellieri si distingue per equidistanza e si interessa della scarcerazione della rampolla Ligresti. Lo fa perché amica della compagna del di lei papi e perché la carcerazione preventiva è disumana. Altri provvedimenti presi dal governo? Non pervenuti, se si escludono le leggine a costo zero su omofobia e femminicidio che indicano la congenita inconcludenza della nostra politica. I dodicimila carcerati in attesa di giudizio? Chissenefrega, loro non possono contare né sull’impegno dei giudici, né sull’interessamento della politica o la protezione del sindacato, per cui aspettino il loro turno e sciao.

Dei problemi della giustizia se ne parla, ma sottovocepiccipicci, per non indispettire la magistratura. Politicizzata e non. Comunque inconcludente, per non dire di peggio. A parlarne si rischia la persecuzione, magari la galera. Tant’è che tutti coloro che hanno qualche procedimento in corso sostengono di “avere fiducia”. Certo, se affermassero il contrario, anziché normalmente, sarebbero trattati come e peggio di Barabba. E rischierebbero la carcerazione preventiva sine die, l’applicazione del 41 bis dei mafiosi, la spogliazione e la fustigazione.

Sul civile, quand’anche si trattasse di un semplice contenzioso con clienti, servono cinque anni per recuperare le palanche. Ma se si incorre in un concordato, o peggio in un fallimento, apriti cielo, alla fine la spesa non sarà valsa l’impresa, perché gli unici che si ricorderanno della pratica, oltre a noi creditori, saranno gli avvocati, che con la puntualità di un esattore e l’impudenza di un lavavetri, ci chiederanno anticipi e rimborsi. E dopo dieci anni qualcuno ci informerà che l’Azienda è fallita e che, non essendo noi creditori privilegiati, ciccia! Cioè non abbiamo diritto ad alcun rimborso, perché l’attivo è stato destinato allo stato, al tribunale, al curatore, ai dipendenti e compagnia cantanti. L’iva sulla perdita? Non recuperabile, perdindirindina!.

Se invece capita un contenzioso con un dipendente, i tempi si accorciano, perché il datore di lavoro ha torto, anche nel caso in cui il dipendente sia stato beccato a rubare. I facchini di Malpensa, filmati mentre aprivano le valigie e stra legittimamente licenziati, sono stati riassunti tre anni dopo con vittoria di spese, pagamento delle spettanze, ricchi premi e cotillon. E con buona pace dei turisti turlupinati e grande soddisfazione del sindacato perché: “giustizia è stata fatta!”. Minchioni!

A livello penale, è probabile che le indagini siano affidate al commissario Basettoni. Altrove, i colpevoli delle stragi vengono individuati mediamente entro 45 gg. dalla strage. Mentre noi impieghiamo otto anni per arrivare a sentenza sul caso Giuliani del G8 di Genova, nonostante la colpevolezza fosse scritta sui muri. Ma poi, al Giuliani stesso, intitoliamo un’aula alla camera. E nel caso dell’omicidio del commissario Calabresi, riaperto grazie al tardivo pentimento del compare Giobatta, qualcuno è contrario alla sentenza di condanna, per cui, apriti cielo! Alla fine, dopo trent’anni e sette, dicasi sette livelli di giudizio, Adriano Sofri è considerato più vittima del Calabresi medesimo a prescindere. E, per fortuna, stavolta senza l’intitolazione di un’aula.

Quindi, se vi toccasse scegliere tra una perdita sul credito e/o un contenzioso legale di qualsivoglia natura, sappiate che con questa giustizia, l’emissione della nota accredito e/o un pessimo accordo con la controparte vi costeranno meno. In confronto ad un procedimento legale quasi niente.