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Le cose facili non danno soddisfazioni. E quelle difficili sono troppo difficili. Forse meglio contare sul fattore “C”, detto anche lato B. Che tuttavia non sempre ci viene in soccorso. E quando succede, si dice che c’entri comunque il merito. Per cui si tornerebbe daccapo. Insomma non se ne esce. Alla fine l’impegno serve sempre. Anche se non si può dire che Zuckerberg di Facebook (ma come si fa a chiamare un SW FacciaLibro???) non abbia avuto culo.

A giudicare da quello che scrivono di lui, non è un fulmine. Eppure la sua società è stata valutata mille, dicasi mille miliardi di dollari. Vero, quelli che ne hanno acquistato i titoli oggi non ripeterebbero l’errore. Ma insomma, lui è ricco, mentre altri grandi imprenditori, manager e professionisti che professano, non lo sono. Per cui, come si diceva da piccoli, “… cià ragione lui …”. Proprio vero, “… la vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita …”.

Lo diceva Forrest Gump, che era cosciente dei suoi limiti, “stupido è chi lo stupido fa” (non è stupido chi è ritenuto tale, ma chi si ritrova a recitare questa parte o a mettersi in condizioni di esserlo), ma anche fortunatissimo per aver avuto numerose opportunità. E ha saputo coglierle. Purtroppo non sempre si può essere fortunati.

Steve Jobs, per fare un esempio, è stato talmente intraprendente da incidere sulla nostra propensione all’utilizzo della tecnologia. E qualche mese prima di morire ha raccomandato agli universitari di Stanford: “stay hungry, be foolish!”. Ma non si può dire che sia stato fortunatissimo.

Ingvar Kamprad di Ikea ci ha insegnato ad intendere l’arredamento di casa nostra in un modo nuovo e, soprattutto, ha accorciato sensibilmente le distanze tra produttori e consumatori. Ma non sembra avere saputo godere della sua fortuna e, soprattutto, i rapporti con i suoi famigliari sono pessimi.

E Bernardo Caprotti di Esselunga, per menzionare un caso nazionale, è sicuramente intraprendente, ricco e capace, ma anche a lui è toccato qualche cioccolatino scaduto, visti i problemi con COOP e, soprattutto le sue relazioni con i figli.

Patrizio Bertelli di Prada, infine, la cui crescita si attesta oggi al 20% all’anno, tra il 1998 e il 2000 attraversava una complicata crisi finanziaria determinata dalle acquisizioni realizzate. E qualche anno dopo un figlio ha avuto una gravissima malattia.

I meriti di Forrest Gump, “mi chiamo Forrest, Forrest Gump”?

Piccoli per gli stolti, incredibili per le persone obiettive. Sempre positivo, onesto, generoso e determinato, anche se piuttosto sprovveduto. Non sempre gli sono capitati i cioccolatini migliori, nonostante questo è riuscito ad essere esempio per molti e, soprattutto, a costruire modelli, soluzioni e relazioni. In fondo non è molto diverso da quello che hanno fatto gli imprenditori virtuosi dei quali abbiamo accennato poco fa. Che non è altro che quello che vorremmo saper fare tutti. E se anche non sapessimo farlo, possiamo sempre imparare.